Pubblicato in: #music, Musica

Red Bull torna a Scampia

“Ora dove dobbiamo andare? La strada non la so”

“Seguiamo la gente, ci porta sicuramente lì”

Scendendo le scale dalla metro di Scampia un gruppo di ragazzi appena arrivati dal centro della città si ferma un attimo. Si guarda intorno. Non sa come arrivare in piazza Giovanni Paolo II anche trovandosi a due passi dalla stazione: è come non si fidasse di Google Maps.

Uscita della metropolitana di Scampia

È un flusso quasi continuo di giovani: stasera c’è un grande evento sponsorizzato, o meglio allestito, da Red Bull: il “Red Bull 64 bars”. Tornati per il secondo anno consecutivo hanno portato all’ombra delle vele uno show di musica rap che ha fatto sold-out anche questa volta. I biglietti in rialzo rispetto all’anno precedente non hanno scoraggiato nessuno, che si è visto catapultato in una periferia che ha organizzato il tutto con prati e aiuole spartitraffico già da giorni falciate, transenne a delimitare l’area facendo restare all’esterno chi fosse senza biglietto.

A  rimanere fuori però si sono sentite a tratti alcune associazioni del quartiere. Red Bull ha provveduto a distribuire biglietti alle stesse realtà del territorio, a proporre anche che la sua presenza non sia di comparsa; per adesso però rimane una piazza non valorizzata, priva di panchine – richiesta proprio di alcune delle stesse associazioni – e vissuta poco per quello che potrebbe dare ad un quartiere di sessantamila abitanti.

Le luci colorate dello spettacolo si intravedono da lontano. Spiccano sul degrado delle famose vele e rimbalzano sui vetri dei palazzi ad un ritmo che fa aprire le tende per dare un occhiata e capire fin quando durerà la serata.

L’ingresso dell’evento. Il palco è sulla sinistra

Sebbene lo spettacolo è rumoroso qualcuno ci ha fatto l’abitudine, anche se sporadici in piazza gli eventi sono aumentati. Ma era l’abitudine di prima ad essere sbagliata, l’abitudine al silenzio e alla vita che solo fuori periferia si pensava poteva essere definita tale.

All’esterno dalle transenne che circondano l’enorme piazza, ragazzini incuriositi senza biglietto si avvicinano: sono del quartiere. Dentro, alle soglie del palco la maggior parte non lo sono; ed anche se la musica non avesse barriere quelle che si vedono davanti agli occhi lo sono. Fanno il giro lungo il perimetro dell’evento, dove tutto è organizzato: dai punti ristoro agli addetti che in continuazione raccolgono lattine e imballaggi da terra.

Qualcuno con gli occhi fissati al palco si domanda se in una piazza così grande rendere il concerto a pagamento sia stato un bene, o se lo sia stato di più rendere l’evento tale da attirare persone da fuori quartiere. Ma anche questa volta forse la verità starà nel mezzo.

Lascia un commento