Mescolare i suoni dell’elettronica con le radici dei classici napoletani: dalla periferia nord di Napoli la musica dei “Profilogreco”
Luca è allo schermo del PC. Partono i brani mentre li ascolto in cuffia: sorride ad ognuno, ma in modo diverso, talvolta di più talvolta è solo un sorriso leggero. Ripercorre per ognuno il momento che gli ha dato l’ispirazione, la storia e i primi semplici accordi dove li intersecava. Lascia poco spazio al pensiero di chi li ascolterà perché è preso da ogni pezzo del loro primo lavoro. E mentre i brani corrono uno dopo l’altro, rimane fissa solo la copertina, come se bastasse solo quella a racchiudere cos’è il primo EP dei Profilogreco: “Mai No”.
Perché in lei c’è tanto. C’è un profilo che parte dalle sponde greche di Rodi fino a i primi insediamenti sull’isolotto partenopeo di Megaride quello della sirena che si trasforma nel cavallo rampante, simbolo dei primi anni del Napoli. L’evoluzione che cerca nelle tradizioni più antiche, come la cura dei testi in dialetto, delle melodie classiche di Di Giacomo e Russo ma che non dice mai no al futuro.