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Clementino infiamma la piazza all’ombra delle vele

La serata era serena. Una serenità che si mischiava con la tranquillità della periferia ma nessuna delle due prevaleva sull’altra, anzi. Le luci e i suoni in lontananza, come un alveare al centro delle attenzioni delle api, attraevano gli spettatori che con le strade chiuse al traffico passeggiavano presso il centro delle carreggiate, come se in questo Venerdì sera si pregustasse l’inizio del weekend con un antipasto leggero a due passi da casa.

Strade chiuse al traffico. In fondo, la piazza “Giovanni Paolo II”

Il concerto al centro di piazza Giovanni Paolo II di Clementino, seguito a quello di Franco Ricciardi del giorno prima, è stato un altro piccolo tassello che si va ad aggiungere agli eventi che nulla hanno da invidiare ad altre piazze d’Italia. E per giunta piazze così grandi che difficilmente si trovino in periferia.

La distesa di pavimento in mattoni era colma di un pubblico presente ma non accalcato, che lasciava trasparire il piacere di ascoltare e di farlo in un luogo piacevolmente insolito, dove i timori e pregiudizi all’ombra delle vele si disgregavano sotto gli occhi di chi nei volti suggeriva di provenire da lontano e solo sotto al palco, nelle prime file, si stava stretti ma chi avesse voluto trovava strada libera per avvicinarsi dovunque.

Piazza “Giovanni Paolo II”

È stato un concerto a Scampia ma non solo per Scampia. Strade abituate ad essere di passaggio per chi le attraversa dando solo uno sguardo, sono state per queste due serate strade e piazza vive, in cui nulla è mancato, in un quartiere dove manca ancora molto: dagli stand che sfornavano pizze il cui odore si mischiava a quello delle graffe fritte rendendo l’angolo ristoro permeato da un denso sapore insolito, agli addetti alla sicurezza, fino ai servizi igienici colorati messi in fila come birilli erano in ordine impeccabile.

Clementino lì sul palco con la sua band per intero non si è risparmiato e lo show lunghissimo faceva rimbombare le finestre anche a un chilometro di distanza. Soprattutto quelle delle vele a pochi passi e quando il brano a loro ispirato “Pianoforte a Vela” prendeva forma sotto il loro sguardo, è come se si fosse chiuso un cerchio per Scampia. Ma mentre canta Clemente si ferma: c’è un bambino che non si trova. Il tutto dura tre minuti e poi, a bambino ritrovato scatta l’applauso. Si può continuare, ancora più forte e con più entusiasmo, fino alla fine della serata.

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